Gen 14, 2025 | Rivista

L’aspettativa di vita dovrebbe andare in pensione.
Si è molto parlato di aspettativa di vita. Già nel 2017, il numero 28 della rivista del nostro Centro Studi fu dedicato a questo argomento e al perché è un parametro scorretto per definire l’età della pensione
Le pensioni e la speranza di vita
estratto dall’articolo di Salvatore Cavallo
“Ci sono acclarate evidenze scientifiche che dimostrano come la speranza di vita alla nascita varia a seconda, non solo del titolo di studio e del reddito disponibile al soggetto, ma anche dalla tipologia di attività lavorativa svolta; e, a tale riguardo, si intende richiamare gli studi della Banca d’Italia (“Le disuguaglianze nella speranza di vita”, Febbraio 2012) e del MEF. Lo studio del MEF (“Note tematiche”, n.2 luglio 2013, autori Marco Cacciotti e Elena Fabrizi) precisa fra l’altro: “Il presente lavoro si propone di analizzare l’influenza delle componenti socioeconomiche sulla probabilità di sopravvivenza. Accanto ai fattori demografici e sociali, quali il sesso, il luogo di nascita, di lavoro e il titolo di studio, si utilizza la storia lavorativa individuale ed il settore economico di appartenenza per spiegare le differenze tra le curve di sopravvivenza individuali (…). A parità di fattori demografici, e controllando per l’eterogeneità non osservata, una vita lavorativa in settori non ‘usuranti’, insieme a una carriera tipica stabile caratterizzata da alte forme di protezione e sicurezza sul lavoro, aumenta la probabilità di vivere più a lungo. A livello di policy, tali informazioni potrebbero essere utilmente utilizzate per determinare in modo più accurato le probabilità di sopravvivenza per gruppi di individui, e, in ultima istanza, l’ammontare dei benefici pensionistici più equi da un punto di vista attuariale”.
Un altro recente studio, realizzato da Carlo Maccheroni, componente del Centro di ricerca sulle dinamiche sociali dell’università Bocconi e docente di demografia all’università di Torino, dimostra che un laureato di 35 anni, oggi, ha un’aspettativa di vita di 7,6 anni in più rispetto ad un coetaneo con un titolo di studio inferiore. La norma che ha introdotto l’aumento periodico indifferenziato dei requisiti pensionistici sulla base degli incrementi della speranza di vita, è stata oggetto di innumerevoli interrogazioni parlamentari presentate dalla quasi totalità dei gruppi politici, con il preciso obiettivo di segnalare al Governo, l’iniquità della norma in quanto non considera l’attività svolta da lavoratori e lavoratrici durante il loro percorso.”

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