Salute e Sicurezza

di Francesco Rampi

Si ripropone l’esigenza di un ridisegno organizzativo, di cambiamenti dei mezzi di produzione, dei tempi di lavoro che nell’assumere come centrale “la persona” tendono a garantirne il benessere, l’integrità, la sicurezza.

“Non conosce chi cerca, bensì colui che sa cercare.”
Luigi Einaudi

Questo articolo è tratto dall’intervento di Francesco Rampi al convegno “Salute e sicurezza sul lavoro. Il Testo Unico compie dieci anni” che si è svolto, a Roma, il 16 maggio 2018

Premessa

Poche settimane fa Cgil-Cisl-Uil, nell’ambito dell’intesa in merito a “Contenuti e indirizzi delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva” concordavano in materia di “sicurezza sul lavoro”.

“…Garantire salute e sicurezza sui posti di lavoro resta un obiettivo prioritario ed un ambito privilegiato per sviluppare un sistema di relazioni industriali responsabile e partecipato. A dieci anni dalla adozione del Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, pare opportuno aprire una nuova fase di analisi e di proposta per rendere più efficace il quadro regolatorio e favorire il radicamento di un’autentica cultura della sicurezza che metta al centro la persona, privilegi la prevenzione, la formazione e gli investimenti, valorizzando il sistema complessivo della pariteticità nonché la semplificazione e la certezza della normativa. In quest’ottica, le parti ritengono necessario, riprendere il confronto, portando a compimento il processo di attuazione del Testo Unico sulla salute e la sicurezza – con particolare riferimento ai temi della rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori a livello aziendale e territoriale – per favorire, attraverso forme di partecipazione organizzativa, il diffondersi di una consapevole e matura cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro……”

È importante ripartire “da questa convergenza” per proporre un indice di temi di riflessione sui quali continuare il percorso di attuazione della novazione normativa di dieci anni fa e che riconsegna al dibattito, in un quadro politico, economico e normativo così mutato e così profondamente in trasformazione, nuovi obiettivi e nuovi traguardi.

Al centro la persona
È, questa, un’affermazione importante che ritorna in molte elaborazioni e scelte strategiche in materia.
Basti citare, non solo per il luogo che ci ospita, le Linee strategiche 2017-2021 del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inail che appunto titolano “Per la tutela della persona in un lavoro sicuro”.
Centralità della persona: un aspetto molto importante; poiché il focus si concentra sul soggetto al centro del processo economico-produttivo, quale “condizionatore” delle modalità del disegno organizzativo.
Si ripropone, quindi, l’esigenza di un ridisegno organizzativo, di cambiamenti dei mezzi di produzione, dei tempi di lavoro che nell’assumere come centrale “la persona” tendono a garantirne il benessere, l’integrità, la sicurezza. Per realizzare ciò, si ripropongono i temi che hanno costituito la svolta di dieci anni or sono, con l’approvazione del d.lgs n. 81/2008.
Ripercorrerli significa evidenziare il punto di approdo, gli elementi di criticità e il possibile sentiero di evoluzione.

Prevenire
È l’aspetto che più ha impegnato il dibattito sulla sicurezza nel lavoro in questi anni. Tema, questo, che comporta un mutamento profondo dell’approccio perché sposta l’analisi su come organizzare il lavoro, come analizzare i rischi, come tutelare la persona.
Si può utilizzare questo approccio per una valutazione, la conseguenza almeno quantitativa, del successo e dei limiti dei mutamenti normativi che hanno insistito sul binomio Sicurezza e Salute nei luoghi di lavoro e in particolare, l’impostazione di elementi condivisi quali la generalizzazione delle tutele attraverso il Sistema Sanitario Nazionale – in alternativa alla mutualità – e il recepimento della novazione europea con il d.lgs. n. 626 del 1994 e, a coronamento, il Testo Unico con il d.lgs. n. 81 del 2008.
La banca dati statistica Inail ci consegna l’andamento degli infortuni totali denunciati dal 1978 al 2017. È importante osservare il trend anche in relazione alla evoluzione legislativa.

Figura 1

Sicurezza figura 1

 

Analogamente, è importante analizzare il trend complessivo delle stesse denunce relative ad infortuni mortali, nello stesso periodo.

Figura 2

Sicurezza figura 2

 

L’analisi di così lungo periodo ci consegna una riflessione in merito al contesto evolutivo entro cui si è collocata, dieci anni fa, l’elaborazione del Testo Unico.
In particolare, risulta importante e di attualità il tema dell’efficienza ed efficacia del sistema generale di tutela della salute, oltre che la novazione del sistema e del ruolo dei soggetti della sicurezza che il legislatore europeo ha identificato e che il decreto legislativo del 1994 (sulla base di un avviso comune tra le parti sociali) ha normato.
Il tema della prevenzione costituisce un contenitore di tutte le altre articolazioni tematiche che vogliamo analizzare.

Forse è importante, ancora una volta, ribadire che prevenzione significa:

  • Organizzazione del lavoro

Analizzare l’organizzazione del lavoro e introdurre misure organizzative atte a garantire sicurezza.
In questo quadro, il ruolo di analisi partecipata alla realizzazione del Documento di Valutazione dei Rischi dovrebbe (perché purtroppo in molti casi è un puro adempimento) permettere di condividere tra i soggetti di rappresentanza i potenziali rischi a cui sono esposte le “persone” e le modalità e gli strumenti per la riduzione degli stessi.

  • Formazione

Formazione mirata e coinvolgente è la chiave per conoscere l’organizzazione del lavoro entro cui si opera, i potenziali rischi e le modalità corrette per affrontarli e per evitare conseguenze.
Anche su questo tema le criticità maggiori stanno proprio nella erogazione di informazione e di formazione in modalità “puro adempimento”, con percorsi standardizzati non di qualità.

  • Investimenti in innovazione dei processi

È questo un tema che necessita di qualche precisazione. L’organizzazione del lavoro è il risultato di modalità, di strumenti, di capacità professionale, di ritmi dell’esecuzione, di ripetitività di compiti.
In questo contesto, l’evoluzione tecnologica e la modificazione dei processi produttivi ed economici possono avere molte finalità.
L’innovazione è in grado di “liberare” da compiti gravosi, pericolosi, ripetitivi le persone che vi operano.
L’innovazione di processo non è mai neutrale: nella sua evoluzione comporta il ridisegno della relazione tra persona e processo; ridisegna le gerarchie nel processo novato e tra le persone che vi operano. È quello degli investimenti e, con esso, quello della qualità della evoluzione del lavoro nella ripresa economica, l’argomento più rilevante e di attualità proprio in tema di “insicurezza” sul lavoro.
L’interruzione del trend positivo di riduzione costante del fenomeno infortunistico e del contenimento di quello con esito mortale va indagato in relazione alla qualità della ripresa economica e produttiva.
Ma questo, sono certo, sarà elemento largamente presente nel dibattito che i qualificati interlocutori svilupperanno.

 

  • Leggere i dati

Accanto ai dati che le cronache ci consegnano, vorrei socializzare l’andamento di 3 dati ufficiali su cui riflettere.
La fonte è autorevole ed è aggiornata al 31/12/2017 (Open data INAIL)

Tabella 1

Sicurezza figura 3

 

Tabella 2

Sicurezza tabella 2

 

Tabella 3

 

Per non sfuggire ai problemi dell’oggi, analizziamo anche i dati delle denunce mortali del 2017 e del 2018 (dati che INAIL considera ancora in istruttoria) che confrontati, invece, con quelli degli anni precedenti possono consegnarci alcune riflessioni.

Tabella 4

Sicurezza tabella 4

 

Tabella 5

Sicurezza tabella 5

 

Tre itinerari di discussione

I decreti legislativi 626/94 e 81/08, anche se quest’ultimo “incompiuto” nella decretazione, hanno contribuito ad implementare la cultura della sicurezza.

  1. a) I profondi mutamenti della organizzazione economica e produttiva – in particolare, la rottura della filiera produttiva, l’e-commerce, la flessibilità/temporaneità della durata dei rapporti di lavoro, l’allungamento dell’età pensionabile e le trasformazioni denominate “Impresa 4.0” – impongono una riflessione non sulle tipologie delle tutele, dell’informazione e formazione ma sulle modalità di attuazione, sulle forme di individuazione dei soggetti relazionali del sistema di sicurezza, sulla qualità dello sviluppo economico e produttivo.
  2. b) Il sistema relazionale sotteso mostra, invece, lacune e limiti.
  3. c) Il nodo critico più rilevante è costituito dalla rottura, in molti casi, del rapporto tra processo produttivo e rischi connessi.
  4. Il sistema della vigilanza, non può essere depotenziato e va affiancato da politiche fortemente incentivanti e disincentivanti in relazione alla qualità del lavoro e alla qualità della prevenzione.

 

Alcune suggestioni per costruire strategie per la ricerca

  • L’esperienza degli incentivi per chi investe in sicurezza ci deve far riflettere su aspetti di politica industriale a sostegno degli investimenti che incrementano la sicurezza.
    A livello europeo, risulta anacronistico che gli incentivi per migliorare l’ambiente non siano considerati aiuti di Stato mentre quelli (oltre i livelli obbligatori) per aumentare la sicurezza sul lavoro rientrano nei de minimis.
  • Il sistema prevenzionale, oggi, è articolato e gestito da più soggetti (servizi, persone, Inail ecc.).
    L’esperienza della incorporazione dell’Ispesl nell’Inail ha creato un circuito virtuoso tra ricerca, prevenzione, sicurezza sul lavoro.
    Il ruolo importante in capo al Sistema Sanitario è in profonda difficoltà in una molteplicità di realtà territoriali.
    Il circolo virtuoso della tutela della sicurezza in chiave di prevenzione, dopo la mancata riforma costituzionale del 4 dicembre, deve essere ridisegnato per garantire omogeneità sul territorio nazionale, alimentare gli osservatori e la circolarità dei dati, sostenere il Sistema nazionale accrescendo il suo ruolo di governo centrale, rafforzare i piani di prevenzione e promuovere la generalizzazione di quelli settoriali.

Oltre al coordinamento, occorre mettere a fuoco metodologia e indirizzi oltre che la circolarità di esperienze nell’affrontare e risolvere i problemi.
Non si parte da zero, ma buone banche dati, buone esperienze territoriali già definite ed operative devono trovare visibilità, legittimazione e generalizzazione.

  • Testi Unici in materia di tutela e di sicurezza: la novazione

Il T.U. del 2008 ha fortemente inciso sui compiti dell’Inail che, in primis, discendono dal Testo Unico del 1965.
Il “nuovo Inail” con l’incorporazione della ricerca, con compiti rilevanti in campo di prevenzione, con nuove frontiere quali il reinserimento lavorativo e con la funzione di authority dei dati, in spirito di supplenza, ha svolto compiti lasciati deregolati.
Il percorso tracciato dal decreto 81 ha assunto, quale elemento centrale, il lavoro e non la qualificazione giuridica del lavoro.
È questo un elemento rilevante di contraddizione con il T.U. infortuni del 1965. Infatti, oggi l’Inail non è ancora il Polo unico della salute e sicurezza sul lavoro, poiché resta esclusa dalle tutele una parte significativa del mondo del lavoro.
Com’è noto, per fare solo un esempio, il dibattito avviato dall’esposizione all’uranio impoverito non si è concluso con l’estensione dell’Assicurazione Inail ai militari, ma questo vale anche per altre realtà pubbliche quali, ad esempio, i vigili del fuoco.
Le Amministrazioni statali, invece, si sono avvalse della potestà di autoassicurazione facendo erogare dall’Inail, in una forma di “gestione per conto”, le prestazioni ai lavoratori infortunati o tecnopatici.
In questo quadro di programmazione, coordinamento e verifica delle attività di prevenzione, occorre definire una nuova fase del SINP 2.0 (sostanzialmente mai decollato).

  • L’assistenza in fase preventiva è la via per un ruolo delle istituzioni non di mera vigilanza in chiave repressiva.
    Ma questa modalità sta portando a differenziare le prestazioni tra lavoratori privati e pubblici.
    Vi è poi, in termini comparativi europei ed in particolare con la Germania, una marcata differenza di tutela rispetto ad attività non lavorative, ma con esposizione a rischi analoghi. Capofila di questa filiera di aspiranti alla tutela sono gli studenti.
    L’ultima considerazione, non per importanza, è quella relativa all’adeguamento delle modalità di valutazione dei rischi dei lavoratori, “dipendenti” degli algoritmi delle piattaforme informatiche che regolano attività con rischi non marginali, come pedalare nel traffico con un carico (seppure contenuto) che impone posture particolari.

 

  • I soggetti della sicurezza

La chiave della “omogeneizzazione” dei valori e dei principi tra Testi Unici, in materia di tutela e sicurezza sul e per il lavoro, ripropone la centralità della partecipazione dei diversi soggetti in chiave di cooperazione nella diffusione di un positivo sistema di sicurezza in chiave prevenzionale.
Esperienze di pariteticità si sono consolidate e rappresentano differenti modelli a cui guardare.
L’accordo che abbiamo citato in apertura ripropone il percorso della pariteticità ed anche quello della rappresentanza della territorialità.
È opportuno qui sottolineare come il sistema della sicurezza necessiti di una sintesi tra tre aspetti concorrenti:

  • la semplificazione degli adempimenti ma non la banalizzazione delle analisi;
  • la competenza tecnica ed, in particolare, la conoscenza dei processi;

la competenza relazionale per trovare sintesi tra approcci e punti di vista differenti.

Francesco Rampi

Francesco Rampi

è esperto di sicurezza sul lavoro. Già presidente del Civ Inail

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